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I trattamenti non farmacologici sono interventi che agiscono sulla sfera cognitiva, cognitivo-comportamentale, relazionale ed emotiva, in pazienti con demenza, l’obiettivo è quello di  migliorare la qualità della vita sia della persona malata, sia del caregiver. Esistono diversi interventi di stimolazione cognitiva ognuno dei quali può essere condotto in gruppi, a condizione che siano omogenei per composizione, o individualmente. Alcuni si focalizzano in modo specifico sui deficit mnesici (Memory Training) piuttosto che sull’orientamento spazio-temporale (ROT), altri invece si propongono di intervenire sulle implicazioni affettive dei deficit cognitivi della persona, avendo queste un notevole impatto sul funzionamento globale dell’individuo (Validation Therapy).

Terapia di Orientamento alla Realtà (ROT)

La Terapia di Orientamento alla Realtà è stata elaborata da Folsom nel 1958 al fine di riorientare il paziente rispetto a sé, alla storia di vita e all’ambiente circostante mediante stimolazioni multimodali ripetitive di tipo verbale, musicale, grafico, visivo. È un approccio rivolto a pazienti affetti da demenza di grado moderato o lieve che non presentano rilevanti disturbi sensoriali o del comportamento e che hanno preservate le competenze linguistiche. La terapia di orientamento alla realtà può essere svolta individualmente o in piccoli gruppi di 4-5 persone, omogenei per composizione.

Memory Training

Il Memory Training è rivolto a pazienti con un grado di demenza lieve che non presentano disturbi del comportamento. Tale intervento si propone di stimolare la memoria procedurale mediante il coinvolgimento della persona in attività di base e strumentali della vita quotidiana quali ad esempio quelle riguardanti la cura della persona e le interazioni sociali.

Musicoterapia

La musicoterapia si propone di evocare ricordi ed esperienze di vita in grado di migliorare lo stato d’animo, accrescere l’autostima, diminuire lo stress mediante il rilassamento, contenere l’aggressività, il wandering, l’agitazione psicomotoria, gli stati ansiosi-depressivi, favorire la socializzazione.

Validation Therapy

La Validation Therapy è l’approccio terapeutico elaborato da Naomi Feil (1967) e rivolto a persone con demenza di grado moderato-severo che non sono in grado di rispondere alla Terapia di Orientamento alla Realtà o al Memory Training. L’operatore instaura un rapporto empatico col paziente per comprenderne le emozioni, i comportamenti e i conflitti relazionali: l’obiettivo non è infatti riorientare la persona nel “qui e ora” ma validare il vissuto della persona mediante interventi individuali o di gruppo (da 5 a 10 partecipanti) di stimolazione cognitiva e sensoriale, riducendo i disturbi del comportamento quali il wandering, l’agitazione psicomotoria, l’aggressività, l’ansia, la diffidenza. Inoltre la Terapia di Validazione si propone di potenziare l’autostima, ridurre la tensione emotiva, aiutare la persona a risolvere conflitti del passato, migliorare le capacità comunicative, ridurre l’isolamento sociale e incrementare la qualità di vita.

La terapia comportamentale

La terapia comportamentale si propone di rinforzare i comportamenti positivi, relativi ad esempio alle abilità di cura personale (self-care) e a quelle sociali, contrastando le reazioni negative e disadattive quali l’aggressività, il wandering o l’incontinenza. Essa si basa sui principi del condizionamento classico e di quello operante (rinforzo, estinzione) e implica l’identificazione degli antecedenti di un comportamento disfunzionale, cercando di modificarli per promuovere reazioni positive o comportamenti adattivi. Tale intervento può essere rivolto anche a pazienti con un grado di demenza grave.

 Reminiscence Therapy

La Terapia della Reminiscenza, definita anche Life Review Therapy, consiste in un intervento psicosociale che si propone di potenziare le capacità mnestiche residue e quelle relazionali, favorendo un maggior adattamento al presente.

La Terapia della Reminiscenza può essere condotta in modo informale, spontaneamente mediante incontri giornalieri, o formale attraverso un’attività strutturata: in questo caso la persona viene stimolata a raccontare le esperienze del passato, avvalendosi laddove necessario di fotografie o di oggetti, e a verbalizzare i loro problemi attuali e ascoltare quelli esposti dagli altri.

Terapia di Rimotivazione

La Terapia di Rimotivazione è una tecnica cognitivo-comportamentale che, elaborata da Doroty Smit inizialmente per pazienti psichiatrici, si propone di rivitalizzare l’interesse nei confronti degli stimoli esterni, favorire la socializzazione e affrontare argomenti contingenti dell’ambiente circostante. Tale approccio si rivolge in particolare a pazienti demotivati o che presentano sintomi depressivi non gravi e deficit cognitivi lieve.

 Terapia Occupazionale

La Terapia Occupazionale si propone di favorire il mantenimento dell’autonomia nelle attività di vita quotidiana e in quelle relative al tempo libero ed è rivolto a pazienti affetti da demenza di grado lieve-moderato che non  presentano rilevanti disturbi del comportamento.

La Terapia Occupazionale, partendo dal presupposto teorico secondo il quale l’inattività conduce alla perdita della funzione, struttura l’intervento prevedendo il coinvolgimento in attività significative e finalizzate che, seppur semplificate nell’esecuzione, consentono di mantenere la “massima autonomia possibile”. Gli obiettivi perseguiti dalla Terapia Occupazionale sono:

  • recuperare e mantenere capacità motorie e cognitive;
  • potenziare il self-care;
  • gestire la vita domestica;
  • facilitare la mobilità;
  • ridurre l’isolamento sociale;
  • incrementare l’autostima e l’autoefficacia.

L’intervento viene condotto in funzione dei bisogni, delle caratteristiche biologiche, psicologiche e culturali del paziente e delle condizioni cliniche del medesimo.